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Stabilire correttamente il periodo storico di cui si hanno con certezza i documenti relativi ai primi studi della postura è al quanto difficile, ma si ha quasi l’impressione di esser dovuti obbligatoriamente passare per lo studio dell’anatomia, tappa essenziale per la comprensione di questa scienza.
Molti sono i dubbi e i punti oscuri che riguardano il loro sviluppo; il più delle volte ci si è dovuti affidare a supposizioni che, per quanto non del tutto affidabili, hanno pur sempre fornito degli elementi per meglio comprendere l’evolversi degli studi sul corpo umano. Osservando le sculture greche di Scopas, Prassitele, Fidia, Mirone, Policleto e Lisippo, siamo indotti a pensare che al di là di un primo sommario giudizio sulle grandi qualità rappresentative di questi artisti, debbano esserci altri elementi che indubbiamente non sono la sola grande capacità descrittiva derivante da un abile percezione del reale, ma piuttosto il risultato di una attenta analisi strutturale del corpo umano.
Le cause che hanno impedito nell’antichità un corretto e attento studio dell’anatomia e conseguentemente della postura, sono imputabili a concezioni ataviche di superstizioso timore per la profanazione dei morti. I risultati, in un clima privo di tranquillità, non sono stati soddisfacenti e spesso sono sfociati in argomentazioni che più che scientifiche erano fantasiose.
La chiesa, nel Medioevo, diffondendo indiscriminatamente nelle coscienze degli uomini il senso del peccato e della colpa, non poco aveva contribuito a causare formulazioni di teorie frettolose e inesatte. Bisognerà arrivare al Rinascimento perchè si abbia un rifiorire degli studi più metodologicamente scientifici, sebbene, anche in questo caso, molti veli oscuri suggeriti da una grande pressione moralistica, abbiano impedito una corretta analisi scientifica del corpo umano.
Leonardo, costretto a lavorare nell’isolamento con tutta la componente deteriore del necrofilo più che dell’uomo di scienza, è riuscito ugualmente a tramandarci molteplici studi che confermano le sue grandi qualità di ricercatore. Il Vasari, illustre biografo del ‘500, nella sua biografia sul Leonardo, in aggiunta alle qualità di pittore, scrisse:
“… fece un libro disegnato a matita rossa e trattegiato di penna, che egli di sua mano scorticò e ritrasse con grandissima diligenza;
dove egli di sua mano fece tutte le ossature ed a quelle congiunse poi con ordine tutti i nervi e coperse di muscoli, i primi applicati all’osso ed i secondi che tengon il fermo, ed i terzi che muovono e posizionano…”
Queste tavole, intelligentemente disegnate, rimasero per circa due secoli rinchiuse in una sala della biblioteca di Windsor a Londra, prima che si potesse vederle ed apprezzarle. Leonardo collaborò all’opera di M. della Torre, illustre anatomista del tempo, ed è indubbio che dei suoi studi si sia valso anche il grande Vesalio.
Proprio ad A. Vesalio, precursore della moderna Biologia come scienza, dobbiamo uno dei più grandi libri del Rinascimento; l’opera pubblicata nel 1543 a Basilea, si intitolava “De Human Corporis Fabrica”, e si divideva in sette libri in cui oltre all’autore lavorarono per le tavole illustrative molti importanti artisti, e non ultimo tra questi Tiziano. Non si dimentichi che l’odierna nomenclatura tecnica discende direttamente da quella Vesaliana.
I contributi dei secoli seguenti sono molti e determinanti, ma riguardano soprattutto una maggiore chiarificazione degli studi sul corpo umano, e son intesi a far uscire l’Anatomia dalla palude dell’improvvisazione per darle un suo proprio sistema morfologico e strutturale. Prima di arrivare ad ottenere una precisa definizione di postura, ci si deve soffermare un istante sull’unico argomento che dai suoi arbori ha considerato l’uomo con il suo insieme di simmetrie ovvero i ”Canoni di proporzionalità”.
Letteralmente per “canone” si intende regola o legge formale, si tratta quindi di un sistema di proporzioni e di rapporti armonici fra le parti e di queste con il tutto di un insieme.
La storia è costellata di innumerevoli sistemi proporzionali, che sono mutati col mutare dei tempi e delle mode.
Diodoro ci fa osservare, che già gli Egizi si servivano di un canone che veniva applicato alla figura umana.
Il Lepsius parla di tre canoni differenti applicati in epoche diverse della storia egizia.
Il primo corrispondeva alla divisione in 6 parti della figura umana, ognuna corrispondente alla totale lunghezza del piede. Il secondo, dividendo il piede in tre parti, dava un totale di 19 moduli. Infine il terzo era costituito dalla divisione della figura umana in 7 piedi e quindi in 21 moduli.
Nell’antichità greca, il concetto della proporzionalità venne espresso dalla famosa statua del “Diodoro”, ideata dallo scultore Policleto; nel canone di Policleto le parti del corpo risultano suddivise in 7 unità e mezza.
Il Rinascimento fu contraddistinto dal canone di Vitruvio, usato da molti artisti rinascimentali; il corpo umano è inserito in un cerchio, inscritto in un quadrato di cui l’ombelico è il centro, e la figura umana corrisponde ad 8 parti.
I canoni moderni sono molteplici e molto complessi; diamo la preferenza a quello di Fritsch perchè, date le sue caratteristiche di suddivisione in moduli, permette la ricostruzione di una figura anche se si presenta frammentaria.
Quanto detto, anche se può sembrare poco inerente all’argomento, ci ha portato gradualmente a esplicare il concetto e la definizione di Postura:
“relazione tra i diversi segmenti scheletrici intesa nella globalità somatica, adeguata ad una conveniente relazione biomeccanica con l’ ambiente.”